Set 18, 2013 - Gea and family    3 Comments

Landed…

 

Ecco fatto. Arrivata ormai da una settimana in quel di Suzhou, la decisione di partire si è rivelata giusta, per certi versi, e incosciente per altri. Il viaggio in aereo è andato bene; soprattutto nessuno si è perso durante il cambio di volo. Sì, ad essere sinceri abbiamo rischiato di lasciare il portatile della figlia grande mollemente abbandonato su una sedia, ma la fortuna – e l’onestà di una signora – ci hanno assistito, perciò niente di grave.

 

Adesso sono qui, che cerco di capire la malefica nuova griglia dei compiti della scuola elementare, osservo terrorizzata il compito di matematica (seconda elementare) sul perimetro e l’area dei poligoni; nel frattempo la pargola maggiore racconta del campeggio scolastico appena concluso – con invasioni di ragni, pioggia in tenda e svenimenti vari : è stata tre giorni sulle rive di un lago vicino, per consolidare i rapporti tra i compagni di classe, svolgendo lavori di gruppo e gare sportive.

 

In sottofondo il condizionatore soffia gentilmente il refrigerio indispensabile per sopportare il caldo decisamente estivo/tropicale, mentre dalla strada arrivano i colpi di clacson furiosi dell’ora di punta serale.

 

Volente o nolente anche questa è casa.

 

Set 4, 2013 - Senza categoria    4 Comments

Ready to go?

Che estate… mi sono dilettata in riflessioni oziose e semiserie, ma in realtà i mesi di Luglio e Agosto non sono stati per niente rilassanti. La prima estate da espatriati è trascorsa tra esami, richieste di rimborsi all’assicurazione sanitaria – già, tecnicamente sono una straniera in patria, il che vuol dire che è come nei film americani: hai bisogno di curarti? Cash, please – patemi da attesa, rimuginamenti vari e simpatico ricovero del figlio piccolo durante la settimana di Ferragosto…

So, let’s go… adesso le varie incognite hanno avuto un nome, una cura e timidamente sto preaprando le valigie, perchè intanto il rientro in Cina è slittato di un mese –  e dato che sono anche superstiziosa l’idea di trovarmi in volo l’11 di settembre mi dice un po’ male, ma pazienza.

Tutto questo scombinamento di piani ha avuto anche dei risvolti positvi: i pargoli hanno manifestato il desiderio deciso di raggiungere presto la loro scuola internazional giocherellona; io, a mia volta, ho capito quali sono le vere sfighe, categoria in cui, senza dirlo apertamente, avevo collocato l’espatrio. Il consorte non conta perchè per lui la Cina è il migliore dei mondi possibili. Restavamo noi da convincere; direi che, se ancora qualche riserva l’abbiamo, possiamo tranquillamente conviverci:-)

Ago 4, 2013 - Briciole    4 Comments

Ogni promessa…

 

Come promesso ecco il post – sempre ascrivibile alla categoria “Cazzeggio estivo” – sulla borsa di Louis Vuitton… o del contrappasso, si potrebbe anche dire. Oppure “Se Maometto non va ecc…”

Ci sono due antefatti dietro questo oggetto del desiderio (non mio, ma che tra poco –  e per poco – entrerà in mio possesso).

Antefatto Uno.

Risiedere in Cina, in prossimità di Shanghai, perlomeno, significa poter accedere a luoghi di perdizione – nonché siti internet – in cui si possono soddisfare i desideri più nascosti in fatto di fashion… Soprattutto nel campo delle borse, che a quanto pare sono un must e un oggetto di culto anche per le ragazze cinesi.

In pratica, con un po’ di conoscenze nel campo pelletteria e cerniere, una montagna di desiderata e la faccia stagnata pronta alle contrattazioni più feroci, ci si può accaparrare, per l’equivalente di 50 euro, ciò che nei negozi “autorizzati” può costare quanto uno stipendio. O due. O tre…

Gli articoli Louis Vuitton, poi, sono molto ambiti, tanto dalle occidentali, quanto dalle signore con gli occhi a mandorla, fatto sta che, mio malgrado, ho vissuto circondata da tali oggetti e mi sono documentata sul meraviglioso mondo del fake.

Sono anche giunta alla conclusione che, essendo io assolutamente incapace di contrattare, non sapendo distinguere la pelle vera da quella finta, né tantomeno avendo un diploma in cerniereborchieeannessi, era molto meglio se avessi lasciato questo sport ai professionisti.

Antefatto due. Non sopporto gli articoli con logo reiterato, li aborro; liberi di comprarli, gli altri, ma non fanno per me; e non mi piace nemmeno la sensazione da catena di montaggio che danno: tutti uniformi e uguali. Con l’equivalente di 50 euro, soprattutto dove abito io in Cina, si comperano sete meravigliose, anche borse, di taglio e design particolarissimo… e originale… perché buttare i miei soldi in qualcosa che potrei trovare anche in Italia – vabbè, non sgancerei mai uno stipendio, o due o tre, ma il concetto è: perché non svenarmi per qualcosa di davvero bello e, nove volte su dieci, unico?

Quindi ho attraversato i primi sei mesi di espatrio rimanendo indenne:  niente prodotti fake, nonostante le pressioni del consorte che, per giustificare le sue spese pazze, voleva placare i sensi di colpa comprando qualcosa anche a me.

Fino alla settimana scorsa, quando nella casella di posta elettronica mi sono trovata una foto di lei…http://www.louisvuitton.it/front/#/ita_IT/Collezioni/Donna/Borse-e-portadocumenti/products/Speedy-35-DAMIER-AZUR-N41535 

… la  segretaria rampantissima del megadirettore galattico del distretto in cui abitiamo, col quale il consorte intrattiene contatti di lavoro, ha soavemente chiesto se potevamo procurargliela, dato che i prezzi italiani sono più bassi rispetto quelli cinesi. E visto che c’era, ha fatto analoga richiesta ad altri “fortunati” in via di rientro, per cui se tutto va come deve, quattro modelli diversi Louis Vuitton prenderanno il volo per Shanghai a fine mese.

Promemoria: fatti due conti in tasca alla signora, valutare se non sia il caso di cambiare mestiere e riciclarmi come segretaria di direzione in Cina.

Confessione finale: troppo pigra per recarmi di persona nell’esclusivo negozio monomarca a me più vicino, ho contattato il servizio clienti LV. Un operatore gentilissimo, con perfetta pronuncia francese, ha preso nota del mio ordine, dopo avermi erudito sul retroterra culturale che ha dato vita alla borsa in oggetto (scacchiera con i colori del mare, Azur come Costa Azzurra –  tela cerata antigraffio, la compagna ideale delle tue vacanze…). Sono seguiti un po’ di click e l’oggetto dovrebbe arrivare comodo comodo a casa , in tempo utile per essere poi recapitato alla legittima proprietaria.

Per un momento ho respirato l’ineffabile aria del lusso, ho udito un simbolico tappeto rosso che veniva srotolato davanti ai miei piedi plebei, ho intravisto il luccicore abbagliante dell’inutile e del superfluo… e non è stato affatto male…

Lug 29, 2013 - Briciole    3 Comments

Di musica e conigli…

 

L’estate concilia le riflessioni oziose, le letture più o meno impegnate, i dibattiti roventi su esternazioni a effetto – o semplicemente superficiali… chissà. A partire da una diatriba – vera o costruita non so – mi sono lasciata avvolgere dal filo dei pensieri…

Mi è arrivata l’eco lontana delle ultime frasi di Giovanni Allevi, completate dalle sue rettifiche seguite alle raffiche di insulti più o meno velati che si è beccato… il fatto è che su Fb ricevo le notifiche del suddetto, in quanto ho cliccato il pollice su… mi piace ascoltare la sua musica. Lo ammetto. L’ho scoperto qualche estate fa, ascoltando gli studenti del corso musicale della mia scuola, e mi è piaciuto molto; e sono così musicalmente ignorante da non cogliere immediatamente i vili plagi che gli attribuiscono. Mea culpa.

Se dovessi scegliere, lo ammetto, preferirei assistere ad un concerto di Michael Nyman, o di Ludovico Einaudi, però non mi faccio venire una sincope e anche il Giovanni lo ascolto volentieri.

Ora, pare che tutti gli improperi di cui che  è stato il bersaglio, siano frutto di una estrapolazione da un discorso più ampio e che, insomma, tutti si sia partiti lancia in resta contro un mostro che nemmeno esisterebbe. Che inciviltà, mi sono detta!

Poi, ieri, durante un momento di cazzeggio compulsivo via Internet mi sono imbattuta in una frase di Beatrix Potter, con tanto di sua foto con coniglietto al guinzaglio; la frase dice, pressappoco, che ringraziando gli dei non è mai stata a scuola, altrimenti tutta la sua originalità le sarebbe stata strappata via.

E –  si intende – tanti saluti a Peter Coniglio. Beatrix Potter.jpg

Sarà il caldo, sarà l’acidità sempre in agguato, sarà stato un frullo improvviso di pelotas, mi è scattato il commento perfido: la signora, comunque, si è schivata anche la miniera (che toccava a suoi coetanei altrettanto sfuggiti alle grinfie della scuola) che avrebbe avuto gli stessi risultati perniciosi… con tanti saluti a Peter Coniglio.

Rimuginando tra me  e me, poi, mi sono resa conto che sono scattata per niente; innanzitutto chissà questa frase – che io ho interpretato come snob e insopportabilmente aristocratica- in quale contesto è stata pronunciata; in secondo luogo, mi sono resa conto che non sapevo granchè della sua vita e leggendo un po’, ho scoperto che era tutt’altro che snob e aristocratica; infine, come mi ha fatto ricordare il commento di un’amica, la signora in questione è l’autrice del coniglio che mi ha fatto sognare da bambina, e le cui storie ho letto e leggo ai miei figli.

Questo ultimo fatto resta; io non smetto di trovarlo bellissimo e non mi è passata la voglia di comprare i suoi libri.

Come non ho smesso di ascoltare Battiato dopo le sue ultime infelici esternazioni; o Branduardi, dopo avere scoperto che ha un carattere acidulo e insofferente… E dunque mi è venuto, una volta di più, il dubbio che certi autori vadano solo letti, ascoltati, ammirati attraverso le loro opere.

Non è detto che, umanamente, non siano immuni da banalità, volgarità o piccinerie – vere o presunte, contestualizzate o estrapolate – Quello che creano parla per loro… e resta. Punto.

Pagine:«1234567...33»