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Apr 22, 2010 - Gea at school    6 Comments

Non c’è bisogno…o Della leadership

Non c’è bisogno di fare la voce grossa; di avere lo sguardo truce; di possedere un fisico temibile per imporre la propria volontà.

Non c’è bisogno di urla, minacce o appelli all’autorità; non serve nemmeno argomentare, o convincere…

A volte, semplicemente, basta eludere le risposte; non guardare negli occhi, ma, meditabondi, seguire un pensiero inafferrabile, lasciando che chi ti parla presuma – a suo rischio e pericolo – che siete della stessa opinione.

Basta rimandare, tergiversare, e intanto lasciare che le cose succedano, esattamente come tu vorresti, lasciando che gli altri, che lavorano per te, si arrabattino a vuoto, perdendo montagne di tempo, a fare e poi disfare… esattamente come volevi tu all’inizio. Senza dire niente. Semplicemente dando un piccolo tocco, ritirando la mano…

Un capolavoro, mi viene da dire.

Non mi consola. Mi fa solo venire l’ulcera.

Apr 12, 2010 - Gea at school    3 Comments

Adesso capisco…

Adesso capisco quando mia mamma, maestra elementare , mi diceva: – Basta che possa chiudere la porta e starmene in classe con i bambini, il tempo vola… –

Alla fine, quello che veramente conta, almeno per me, è stare bene in classe; mi spazientisco, mi stanco, a volte mi sento anche un po’ presa per i fondelli – possibile che mi debbano chiedere in media una cosa cinque volte? – però in un angolo c’è sempre il sorriso.

Adesso faccio un po’ di libero sfogo, ma del resto vorrei sapere chi ha la fortuna di amare tutti i singoli aspetti del proprio lavoro… ci sarà qualche particolare indigesto, o no?

Per me rientrano nella categoria le scartoffie burocratiche – conteggio assenze, verbali di riunioni, incontri con psicologi e assistentame vario – e i colloqui con i genitori (sono paziente, signorile e disponibile, però nell’animo mi rugano, che devo fare?)…

Poi, finalmente, entro in classe: quando in Settembre ho imparato quali sarebbero stati i miei alunni, mi sarei messa a piangere. Non esagero.

Quando, a cena, il consorte mi chiede: – Come è andata? – La risposta: – Il solito… – sottindende: il solito delirio quotidiano, che ormai non sto neanche più a descrivere nei particolari…

Quando a Settembre prossimo il Preside assegnerà le classi, se non avrò loro, mi metterò a piangere. Perchè ulcera, sudore, incazzature varie, soddisfazioni e risate –  si ride, per fortuna; l’altro giorno abbiamo fatto un elenco di quanta frutta e verdura si può usare in forma di metafora… in “quel senso” per intenderci – li hanno fatti diventare la mia classe.

E mentre capisco meglio le parole di mia mamma, penso che il ricovero per esaurimento è scongiurato ancora per qualche tempo. Almeno finchè posso chiudere la porta della mia aula;-)

Feb 28, 2010 - Gea at school    3 Comments

Censura e scandalo…

Mamma mia, ho proprio bisogno di ferie, di un soggiorno in un centro termale (mentale?), di un po’ di training autogeno, o di meditazione zen… Mia sorella dice che fa bene anche lo yoga… Io per ora ripiego sulla cioccolata…

Fatto sta che l’altro giorno, in classe, dopo quasi due ore della quotidiana fatica – aprite il quaderno, scrivete – una sotto l’altra le frasi, prof? – foglio nuovo, che giorno è (per la venticinquesima volta)… non ho la pennailfoglioilrighelloun accidentechetipigli… rendo l’idea?

Bene, nel bel mezzo di tutto ciò, mi cade l’occhio sul vispo tereso di turno, che a dettatura iniziata da mo’, guardava beato e inebetito fuori dalla finestra – che se becco quello che ha dato in concessione la palestra al liceo, così mi sfilano pure davanti ai pargoli in subbuglio ormonale le ragazze delle superiori… non ce la si può fare –

Ri-bene, nel bel mezzo di ecc… ecc.. ho avuto un crollo. “Che dio mi strafulmini!!!!! se riesco a capire per quale motivo…”

Non ho fatto in tempo a finire la frase che mi sono trovata a fissare gli occhi enormi di un mio alunno, Jess, che inorridito – e quasi convinto di vedermi ridotta in cenere – mi fa: “Ma prof!!! Proprio stra- fulmini… zac zac zac zac !!! Noooo!!!!” e per rendere meglio l’idea guarda il soffitto tremebondo, mimando le saette che avrebbero dovuto cadermi sulla testa, prontamente richiamate…  Saette niente, però una sana risata ce la siamo fatta… per mia fortuna;-)))

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