Gen 27, 2008 - Senza categoria    5 Comments

Un bisogno fisico…


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Qualche giorno fa ho accompagnato una delle mie classi a Fossoli, vicino Carpi, a visitare il campo di prigionia e smistamento che ancora sopravvive dopo tanti anni. Abbiamo ascoltato la guida raccontarci delle varie trasformazioni subite, gli eventi della storia tra il 1942 e la fine degli anni ’60 che sono passati attraverso le stanze di quei casermoni.

Poi ci siamo spostati a Carpi, al Museo monumento del deportato: tanto cemento, graffiti, parole incise nei muri, poche immagini significative ed eloquenti… insomma, abbiamo fatto il nostro lavoro di docenti per coinvolgere i ragazzi nella giornata della Memoria.

Sole… quando siamo usciti dal museo ho avvertito il bisogno di sentire il tiepido calore del sole invernale sulla faccia.

Quando finalmente sono arrivata a casa ho avuto il bisogno fisico di annusare i miei figli, di covarmeli con gli occhi, di sentire il peso del piccolo mentre mi si addormentava in braccio per il riposino pomeridiano… Non riesco, da quando ci sono loro, a passare indenne attraverso questi giorni di fine Gennaio: preparo le lezioni e mi si stringe lo stomaco; riguardo le letture da Primo Levi che devo presentare in classe e dopo faccio fatica ad addormentarmi…

Non riesco a spiegare la sensazione remota e orribile di afferrare, quasi inconsciamente, l’orrore, l’angoscia, lo smarrimento – si riescono a trovare parole adatte? – che devono avere provato milioni di madri che sono passate attraverso le vicende della deportazione, delle leggi razziali, della guerra, del nazi-fascismo… Le preoccupazioni per la sorte dei propri figli, il dolore per la separazione forzata, la paura – la certezza? – di non rivederli… E’ qualcosa che non posso spiegare ai miei alunni. E’ qualcosa che non so nemmeno se ho il diritto di provare, visto l’epoca privilegiata in cui vivo e sono cresciuta. Ma forse ognuno di noi ha il suo personale modo per cercare di capire, e ricordare, fatti così spaventosi e difficilmente razionalizzabili…

Un bisogno fisico…ultima modifica: 2008-01-27T23:55:00+01:00da gea.71
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5 Commenti

  • 🙂

  • E’ naturale che questa pagina di storia faccia tanto male. E’ una ferita ancora troppo recente. Ed è giusto che faccia male. Guai se non lo facesse. E ricordare è DOVEROSO per ognuno di noi, proprio perché fa male. Proprio perché non dobbiamo in alcun modo permettere che la storia si ripeta.

    Buona serata, Gea, a presto
    Laura

  • Cara Gea
    io insegno agli zingari (poche ore la settimana) e ho parlato con loro dei campi di concentramento e sai cosa m’hanno detto i piccolini?
    ” Annarita, ma lo sai tu che un milione di zingari sono morti nelle camere a gas e ogni anno cerchiamo di andare a Auschwitz a veder dove sono morti mio zio, il nonno il tale e il tal’altro… ma nessuno dice che siamo morti anche noi nei campi e nessuno si ricorda di noi in questo giorno… noi non ci siamo e non ci siamo mai stati!
    Io come un allocco cosa posso dire a questi boci che hanno tutte le ragioni del mondo…. La commemorazione sta diventando una formalità moralistica e non educa a niente… Ma tu sei una autentica, sensibile vera e solo questo insegna veramente ai tuoi studenti.
    ciao Anna:)

  • Impossibile ricordare e rimanere come un minuto prima. E tu hai tutta la sensibilità per trasformare una data in qualcosa di veramente sofferto e sentito. Io non insegno più, ma ti chiedo se la memoria di quegli eventi spaventosi riesca ad arrivare ai ragazzi di oggi. Tu che ne pensi?

  • Hey, tutto bene? 🙂