Nov 25, 2009 - Senza categoria    7 Comments

La realtà supera la fantasia

Ci vorrebbe un buon romanziere, che sapesse cavarne un intreccio. Io mi fermo allo spunto, anche se scrivere fa bene all’anima. Forse anche dipingere sarebbe un buon modo per dare un senso alle immagini della incredulità, della sofferenza, ai flash che mi attraversano la testa.

Temo che questo spazio stia diventando deprimente e opprimente; è un periodo pesante e ogni tanto scrivo. Soprattutto di quello che mi “dà da fare”. Fortunatamente io sto bene, ma difficoltà e problemi toccano persone che mi sono care. Ne soffro di riflesso, ascoltandole, pensandole, stando loro vicino…

Vendere l’anima al diavolo; l’ho sentito tante volte e ci hanno scritto fior di romanzi, ma non pensavo che potesse succedere veramente. Qui non è stata barattata con l’immortalità, o la bellezza… semplicemente con una guarigione.

Abbiamo tutti paura di ammalarci, ammalarci seriamente… di tumore per intenderci. E la cosa più bella che può succedere è scoprire che sia begnino, operabile… e guarire. Fisicamente. Per perdere l’anima: cambiare gusti alimentari, umore, carattere… perchè è stato sì tolto il male, ma con lui se ne è andato un pezzetto infinitesimale di te… al tuo posto c’è un “nuovo” te – così dice il nostro amico… Nuovo lavoro, nuova città, addio ad amici, famiglia, moglie, figli… non sono brava, sto semplificando, me ne rendo conto… Non è una crisi di mezza età, non è un pretesto, si intrecciano diversi fattori fisici e psicologici e questo è il risultato: un piccolo inferno.

E’ difficile vedere una persona che frequenti da vent’anni cambiare sguardo, approccio verso gli altri, avere un attacco di panico in casa tua perchè è chiaro che sta male nella sua “vecchia” vita, quindi anche con te…

Soprattutto è disarmante vedere gli occhi della sua compagna allargarsi per il dolore, l’impotenza, il senso di abbandono mentre ti racconta il lento evolversi di questa nuova vita che sta emergendo a spese altrui…

La realtà supera la fantasiaultima modifica: 2009-11-25T18:57:00+01:00da gea.71
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7 Commenti

  • Ci son passato con anche io… un brutto male che colpisce una persona cara. Il dolore opprime e il sole sembra meno brillante. Ma si riesce a camminare, a guardare forse non avanti, ma per lo meno all’oggi. E piano piano si prende coscienza della nuova realtà, si convive con il peso sul cuore, si cambia.

    Forza e coraggio.

  • Forse non avendola mai provata è una cosa che fatico fortemente a comprendere. Ho sempre pensato che mai come in questi casi ci si debba nutrire delle proprie cose, dell’affetto dei cari, dei luoghi, delle abitudini. Ma se, come dici bene tu, fondamentalmente si diventa un’altra persona, allora tutti quei punti di riferimento non esistono più, o meglio, non sono più nostri, appartengono ad un estraneo.
    Ti abbraccio.

  • Ha fatto una scelta, non è detto sia quella giusta, forse nemmeno lui lo sa e non è detto neppure sia quella definitiva. Resta il dolore di chi soffre l’abbandono, ma forse non solo, insomma è difficile dare giudizi e non è nemmeno giusto farlo. Mi chiedo che farei se succedesse a me…Un bacio e grazie per ricordarti di me.
    Ti scrivo presto. Gas

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    saluti a te e il tuo blog. Renci

  • Mi chiedo se dovesse accadere a me
    per un mio caro parente o amici, ci starei male
    anch’io.

    Un abbraccio cara Gea.

    Ciao da Giuseppe.

  • C’è sempre un momento in cui dobbiamo scoprire la dimensione tragica dell’esistenza. Scoprire che la vita non è solo una sequenza di albe e di tramonti. Di giorni più o meno simili. Questa persona si è persa, non ha avuto la forza di restare se stessa davanti a un ostacolo imprevisto. Ma non è detto che non si ritrovi. forse serve un trauma simmetrico al primo, positivo. Un caro saluto (m.)

  • Carissima, dici di non saperlo scrivere, di voler solo dare uno spunto, un flash…E invece nella tua descrizione “quel” dramma si vive appieno. Non so cosa farei io, anche se tendo a pensarla come Gas, ma so cosa puoi sentire tu, avendolo provato. Ciascuno di noi è un universo a parte e di fronte a queste immense paure (la malattia, il pensiero della morte) ognuno reagisce come meglio può per continuare a vivere una vita “comunque”, senza trasformarla in un inferno. O forse questo è già accaduto. Un abbraccio.