Lug 3, 2011 - Sogni e nostalgie    3 Comments

Spolverando… ovvero Parole dimenticate

 

Anna cammina veloce per strada, corre al lavoro; ma, per quanta fretta abbia, non le sfugge il sottile profumo che ha oggi l’aria… E’ ancora fredda, ma una nota morbida incrina il rigore della giornata, un sussurro sottile che lascia intuire, sperare, l’arrivo della primavera. Un’aria magica, non può fare a meno di pensare Anna, che ha la sensazione di qualcosa di speciale che l’attende. Che pensiero stupido… una normale giornata di lavoro, ecco cosa l’attende, poi Maurizio a casa, la cena… ha dimenticato di dirgli qualcosa, prima di uscire… ma cosa? Anna rallenta il passo; adesso sta costeggiando il grande parco della città: i raggi del sole, che passano indisturbati tra i rami ancora spogli, fanno sembrare piacevole fermarsi un poco a godere di quel timido tepore… Ma no, non c’è tempo… Però i pensieri non hanno regole, viaggiano indisturbati, verso Maurizio e, andando ancor più indietro, all’inizio del loro amore. Era iniziato con una fitta corrispondenza. Cartacea. Era un’inguaribile romantica , e una grafomane recidiva. Prendere carta e penna, sedere e scrivere, era un piacere, un modo per ritagliarsi spazio, un lusso che si regalava quanto più spesso poteva.

Scrivere a Maurizio era stato, di per sè, una dichiarazione d’amore: scegliere un foglio della sua più bella carta da lettere, color panna, porosa e spessa; svitare il tappo della stilografica e – trattenendo il respiro – impugnarla, per poi, dopo un momento di sospensione, appoggiarne la punta sulla superficie aperta, inesplorata del foglio… e lasciare che l’inchiostro, magicamente, catturasse pensieri ed emozioni legandoli con un filo nero sinuoso e tenace. A quella prima lettera ne erano seguite molte altre, in un balletto ininterrotto di attese e risposte; dopo ogni incontro, e anche quando andarono a vivere insieme, Maurizio e Anna continuarono a scriversi: biglietti sparsi per casa, ad attenderli sul tavolo o sul cuscino, prima di addormentarsi, lettere per accompagnare i regali o le loro ricorrenze speciali… Quando si decisero a comperare un telefono cellulare rimasero entrambi affascinati dalla possibilità di inviare messaggi: utili, cifrati, spiritosi o arrabbiati… tanti pensieri liberi di fluttuare immediatamente tra loro, ovunque si trovassero. Anna si rifiutava di cedere al linguaggio stringato e simbolico di questa nuova forma di comunicazione, tant’è che spesso non le bastavano quei miseri  centosessanta caratteri; di questa mancanza totale di sintesi spesso avevano riso insieme. Così come ridevano della mania di Anna per l’analisi, la discussione, la minuziosa dissezione di ogni problema, che nelle liti si trasformava in interminabili dibattiti; Maurizio, invece, in quattro concetti era capace di illuminare, o risolvere, una situazione, per poi buttarsela alle spalle.

Alla fine anche Anna aveva capitolato e aveva cominciato a sforbiciare con punti, abbreviazioni e numeri i suoi messaggi, che le apparivano sempre con l’aspetto malinconico di codice fiscale, o telegramma.

“Torno tardi nn asp. T.V.B.”

“1 bacio q.sera cinema?”

Adesso Anna ricorda cosa ha dimenticato di dire a Maurizio; è la loro ricorrenza speciale .E non gli ha fatto gli auguri. Del resto quello è un brutto periodo, sempre di corsa, entrambi presi dagli impegni del lavoro e dalle relative preoccupazioni. Anna ci pensa e non riesce a ricordare quando sia stata l’ultima volta in cui ha scritto due righe al marito. O che ne abbia ricevuto di sue. Prende automaticamente il telefono e inizia a digitare: “Devo dirti 1 cosa imp.issima : buon 7 t.v.b.”. Il dito di Anna si blocca, lo sguardo si fissa sul cursore lampeggiante e gli occhi cominciano a pungerle: ha dimenticato, per la prima volta in tanti anni, la loro giornata speciale e quelle striminzite parole sembrano, adesso, svelarle un vuoto e un silenzio che teme si siano aperti tra loro.

1 cosa – non una, che lascia il mistero dell’indefinito e della sorpresa. 1 lo pronunci  allo stesso modo,  ma è finito, limitato,  e io, amore mio, io ti vorrei dire tante cose dopo questa…

Importantissima: perché non la scrivo per intero questa parola? Ha un suo peso, un suo ritmo, scivola lenta se la penso, se tu la pensi, mentre la leggi. Imp.issima zoppica, inciampa contro quel punto che si è mangiato le lettere. E’ come un ponte interrotto e noi ci guardiamo dai due monconi opposti.

T.V.B. Cosa vuol dire? Tua vera burlona? Troppo vino bevuto? “Ti voglio bene” come recitano le mille scritte lasciate sulle panchine e sui muri dai ragazzi… Ma noi non siamo ragazzi, e io non ti voglio bene, io ti amo. E se ho paura di dirtelo, se dimentico di dirtelo? Se non ho nemmeno il coraggio di scrivertelo per intero? Cosa significa tutto questo?

Adesso Anna è entrata nel parco; si siede su una panchina, ancora col telefono in mano. E mentre sente l’impercettibile calore del sole, scuote via le lacrime dagli occhi – Stupida! – Se lo dice ad alta voce, ridacchiando e ignorando lo sguardo interrogativo di un passante, perché tutto è di una semplicità disarmante; trovata nella borsa carta e penna, si mette a scrivere…

 P.S. …”spolverando” tra vecchi file ho ritrovato questo,  l’avevo dimenticato; e avevo voglia di ridargli libertà. Buona domenica.

Spolverando… ovvero Parole dimenticateultima modifica: 2011-07-03T09:54:43+02:00da gea.71
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3 Commenti

  • Hai fatto benissimo. Bisogna ridare libertà ai file che contano. E questo conta. E mostra anche un meraviglioso rapporto con le parole che condivido pienamente. La tecnologia va bene, ma perchè abbreviare ciò che è sentimento, trasmissione di sensazioni e pensieri completi? E poi…un po’ di carta e penna…vuoi mettere?
    PS. Per ora stop alle vacanze, ma sempre viaggi. Impegni familiari che di tanto in tanto mi lasciano un po’ di tempo per gli amici di blog.A presto.
    Anna

  • E’ semplicemente la storia, ma di un’emozione. Una storia bellissima, come molte storie semplici. E’ fortunata Anna, a non averla persa per straa, come succede a molti. E quella lacrima è forse il momento di maggiore intimità che può trovare con se stessa. Sembra che tu abbia preso un pezzo della mia vita di un tempo e non solo perché mi chiamo come il tuo protagonista. Ma la gente cambia, non tutti restano come Anna. Purtroppo. Buona estate. (m)

  • Bellissimo questo scritto! Coccoliamo le parole…rispettiamole…
    ciao