Da sola
Mi alzo. Scendo dal letto e cammino. Da sola.
Mi lavo. Faccio la doccia. Mi asciugo. Da sola.
Faccio pipì, e altre amenità. Da sola.
Cucino. Preparo un caffè. Carico la lavastoviglie. Da sola.
E avanti così, fino in fondo alla giornata; ogni gesto, ogni scontata azione… Quante ce ne sono che non ho elencato, semplicemente perchè non mi rendo nemmeno conto di che cosa significhi farle? Da sola.
Una sera suona il telefono e penso che sia arrivato il momento di andare al lago, con M. e L., le amiche delle elementari, per dare da mangiare alle carpe, lasciare le bimbe libere di giocare nei tubi giganti, mentre noi spettegoliamo e sparliamo dei nostri mariti… Come non detto; mentre le parole passano dall’oreccho allo stomaco, la nausea mi prende – e, come sempre mi succede in queste occasioni, il poco signorile impulso di imprecare – perchè il lago quest’anno non ci sarà.
L. ha avuto un ictus. Trentotto anni. Si riprenderà benissimo. A casa se la cavano. Però ha il sondino; non deglutisce. Non riesce ad aprire le palpebre. Però parla; non ha mai perso conoscenza.–
E io riesco solo a pensare c… c…c… E vedo L. quando andavamo alle elementari insieme, lei a piedi lungo il viale, poi arrivava mia mamma, che le dava un passaggio sulla nostra minuscola Cinquecento color crema…
Oppure L. che mi dice che si è innamorata e io la guardo negli occhi e capisco che è vero, ha proprio incontrato la persona giusta.
Non può essere successo a lei… E non può succedere a noi di chiudere la stagione delle partecipazioni, dei battesimi e delle belle notizie, per entrare in “questa” fase.
Invece è così; allora, mentre continuo ad imprecare tra me e me, prendo la macchinina e vado nel nuovissimo ospedale in cui L. è ricoverata – nel frattempo sono passate tre settimane; ci siamo sentite al telefono e io e M. ci siamo aggiornate a vicenda sulle novità… E’ bello accorgersi che in “questa” fase siamo ancora vicine, solidali, amiche…
Insomma, con un patetico pacchettino che contiene due paia di calze a righe bianche e rosa e un niente di lamè (cosa si porta a chi segue dieta liquida, non può leggere e non può tenere mp3 o similari in camera? io mi sono arenata sulle calze!) vado e piombo in camera in contemporanea al pasto – carote, patate e Philadelphia und riso in bianco – stupendo! Sono ritornati i cibi solidi! Vedo L. muoversi e chiacchierare; e mentre riceve una telefonata del tipo “Poverina come stai? ti fa tanto male?” mi fa gli occhiacci e sghignazziamo sottovoce. Si ripenderà; adesso che l’ho vista sono più tranquilla. Siamo entrate in “questa” fase, ma possiamo farcela, così mi insegna la mia amica. Anche senza imprecare…