Ci vorrebbe un buon romanziere, che sapesse cavarne un intreccio. Io mi fermo allo spunto, anche se scrivere fa bene all’anima. Forse anche dipingere sarebbe un buon modo per dare un senso alle immagini della incredulità, della sofferenza, ai flash che mi attraversano la testa.
Temo che questo spazio stia diventando deprimente e opprimente; è un periodo pesante e ogni tanto scrivo. Soprattutto di quello che mi “dà da fare”. Fortunatamente io sto bene, ma difficoltà e problemi toccano persone che mi sono care. Ne soffro di riflesso, ascoltandole, pensandole, stando loro vicino…
Vendere l’anima al diavolo; l’ho sentito tante volte e ci hanno scritto fior di romanzi, ma non pensavo che potesse succedere veramente. Qui non è stata barattata con l’immortalità, o la bellezza… semplicemente con una guarigione.
Abbiamo tutti paura di ammalarci, ammalarci seriamente… di tumore per intenderci. E la cosa più bella che può succedere è scoprire che sia begnino, operabile… e guarire. Fisicamente. Per perdere l’anima: cambiare gusti alimentari, umore, carattere… perchè è stato sì tolto il male, ma con lui se ne è andato un pezzetto infinitesimale di te… al tuo posto c’è un “nuovo” te – così dice il nostro amico… Nuovo lavoro, nuova città, addio ad amici, famiglia, moglie, figli… non sono brava, sto semplificando, me ne rendo conto… Non è una crisi di mezza età, non è un pretesto, si intrecciano diversi fattori fisici e psicologici e questo è il risultato: un piccolo inferno.
E’ difficile vedere una persona che frequenti da vent’anni cambiare sguardo, approccio verso gli altri, avere un attacco di panico in casa tua perchè è chiaro che sta male nella sua “vecchia” vita, quindi anche con te…
Soprattutto è disarmante vedere gli occhi della sua compagna allargarsi per il dolore, l’impotenza, il senso di abbandono mentre ti racconta il lento evolversi di questa nuova vita che sta emergendo a spese altrui…