Nov 9, 2008 - Senza categoria    13 Comments

La signorina Silvani

Stupenda la signorina Silvani di fantozziana memoria… I miei alunni hanno riso moltissimo quando gliel’ho descritta e mimata. Mi ha sempre fatto tenerezza. Perchè mi viene in mente proprio adesso?

Ma perchè, pianin pianino, anche io sono arrivata al punto in cui farebbe comodo bloccare i compleanni ad un punto strategico e ripetibile. “Quanti anni compie?” “Ventisette!”. E così, anno dopo anno. Decennio dopo decennio…

Di certo, adesso, novella signorina Silvani, disporrei di maggiori mezzi per tentare di rendere credibile l’inganno: cosmetici fantascientifici, che sono una crema, ma con la consistenza di una polvere, che però diventa liquida e comunque me la merito perchè valgo.

Stick, roll.on, impacchi, gel rubati a tutte le piante ed essenze vegetali del pianeta, pronti a spianare, distendere, sbiancare, rimpolpare, cancellare le tracce del tempo che passa; i quali stick, roll.on ecc… devo assolutamente avere per prendermi cura di me.

Biancheria pressochè spaziale che sostiene, non stressa, rialza, seduce, strizzando e gonfiando che neanche un chirurgo plastico di fama potrebbe eguagliare. E con costi relativamente contenuti.

Mal che vada posso sempre iniettare, suggere, massaggiare, drenare, liftare e ritoccare che neanche Fotoshop reggerebbe il passo…

E se poi voglio completare l’opera, adesso scopro che posso anche avere un brain-trainer, un personale allenatore per i poveri neuroni in via di decadimento del mio cervello, così anche quest’ultimo sarà quello – udite udite – di una ventiseienne, con tanti saluti alla signorina Silvani.

Mi resta un solo, orrendo e sostanziale dubbio: che a conti fatti, dopo tutta questa fiera, gli uomini – scusate la volgare e pigra generalizzazione – continuino a preferire il c…o di una ventiseienne, oltre che l’eventuale cervello. 

Ott 31, 2008 - Senza categoria    4 Comments

Per un sogno, per un soffio…

Per un soffio ti ho mancato… Quanto tempo è che tento, spero, di avvicinarmi? Questa volta sembrava proprio che ce l’avessi fatta… Sì, è vero; ho un po’ barato, nel preparare il terreno, ma del resto non riesco a trovare alternative. Chissà poi, cosa mi aspetto… Di certo scoprire, dopo tanti anni, che non ho sbagliato nell’accordare stima e ammirazione è già una soddisfazione, un piccolo regalo. Sentire come parli, dopo che le parole scritte mi hanno confermato la tua sensibilità, la tua assoluta dedizione ad un lavoro che, allora, era solo in nuce… E forse avrei anche voluto mettermi alla prova; guardarti negli occhi e sentirmi libera, non più vincolata a sogni infantili; verificare che i conti sono chiusi e che non sono semplicemente e vigliaccamente scappata. Anche questa volta l’imprevisto, casalingo e banale, era in agguato.

Perchè continuo a pensarci? Forse perchè fantasmi e figure del passato sono i compagni ideali per Halloween, la notte di Valpurga fatta di incantesimi e risvegli… Li lascerò svolazzare un po’, poi se ne torneranno buoni buoni nell’angolino in cui li conservo, fino alla prossima occasione, fino al prossimo azzardo… sempre che non mi si rompa una tubatura, o non mi si allaghi casa, o la lavastoviglie non decida di rigurgitare acqua e detersivo… chissà, dovrei prenderli come segni di una volontà superiore…

Ott 25, 2008 - Senza categoria    6 Comments

Piccole soddisfazioni

Bisogna dirlo; non c’è solo da lamentarsi…

Per esempio mi si è rotta la caldaia e son soddisfazioni quando si avvicina la brutta stagione; però si è rotta in un modo simpatico: i termosifoni si scaldano lo stesso tutte le volte che uso l’acqua calda. In attesa di vedere il conto del tecnico, mi consolo pensando che ho il termosifone spento e non consumo gas.

Questa soddisfazione è più da mamma orsa: sono sopravvissuta all’inserimento al nido del più piccolo. Non sembra, perchè non si vede, ma come dice una fumettista che io amo molto, esiste un cordone infernale, che continua a legare le madri ai figli (notare la finezza, non i filgi alle madri). Be’, sono ancora tutta intera; sono riuscita a lasciarlo quando vedevo spuntare la lacrimuccia, sono stata bravissima!

Altra soddisfazione, e qui salta fuori l’animo sadico del prof., da quest’anno anche alle medie si danno i voti numerici; non sapete come corrono i ragazzi a rimediare una brutta interrogazione quando sanno di avere preso un quattro, piuttosto che l’anonimo e pietoso “non sufficiente”. Chissà se durerà, poi…

Ancora la scuola mi ha dato una piccola soddisfazione; quella di scoprire che un incarico assunto di malavoglia e con molte perplessità, mi dà invece la possibilità di lavorare con colleghe simpatiche e veramente in gamba.

Bene, per oggi può bastare… buona domenica a tutti

Set 30, 2008 - Senza categoria    8 Comments

Piccole lamentazioni

Salve Gea.71, dice il blog, quando lo apro.

Le pagine vuote mi aspettano, ma io sono troppo di corsa per riempirle. Salve Gea, come stai? Bene, grazie, però, come al solito, quel sapore amarognolo di senso di colpa non si toglie dalla gola.

Prima sbuffavo perchè lui era depresso e scontento del lavoro: niente soddisfazioni, solo problemi da risolvere in mezzo a chi voleva continuare esattamente così… Adesso sbuffo perchè il nuovo lavoro lo assorbe totalmente, e di riflesso assorbe anche me. Non si può programmare niente, neanche la pidocchiosa cena serale, perchè, magari, per consegnare in tempo la macchina, lui ti chiama alle sette, perchè alle otto poi ritorna al lavoro… Neanche andare al cinema, di domenica pomeriggio, che la nonna ci teneva tutti e due i pargoli e noi avremmo potuto staccare un po’, ma lui era troppo stanco (!!!!).  Salve Gea, non sei un po’ str…, visto che aveva il raffeddore e 25 ore di straordinario sul groppone? Chissà, forse un pochino sì…

Salve Gea, ce l’hai con lui? No, in verità ce l’ho con me, che non riesco mai a tacere, a essere contenta di quello che ho… Non ho mai avuto tante pretese, non ho mai avuto desideri esosi, ma mi sento un po’ soffocare. Mi sono sempre accontentata di piccoli spazi e piccoli ritagli di tempo, ma adesso si stanno riducendo ai minimi termini. Niente più tempo per scrivere, niente più tempo per una doccia – nel senso di una doccia fatta nella privacy di una porta chiusa, ma sempre sotto l’occhio vigile del piccolino, che non può mai perdermi di vista…

Salve Gea, sai cosa ti dico, hai voluto la bicicletta… e magari dopo la salita arriva un po’ di discesa.

Set 9, 2008 - Senza categoria    8 Comments

Tra le lenzuola…

Se c’è una cosa che mio marito non sopporta è sentirmi sghignazzare, a letto, mentre lui cerca di addormentarsi e io, immancabilmente, leggo le mie pagine irrinunciabili prima di addormentarmi. Non lo sopporta non perché si senta trascurato o ignorato – chi fuma sigarette e chi legge, dopo…  a ciascuno il suo – ma perché il letto sobbalza e lui viene disturbato, quando non addirittura svegliato.

Finora mi era successo solo leggendo i surreali e impronunciabili discorsi di Catarella, nei gialli di Camilleri.

Ieri sera mi è successo con uno scrittore, che in realtà è prima di tutto un cuoco, poi un grand viveur e filibustiere, e – last but not the least – un ironico, pungente e spassoso scrittore. Anthony Bourdain… Un esempio…

Ci sono poche cose degne di fede nella mia distorta visione del mondo, poche cose preziose che ritengo giuste e vere, e sostanzialmente non perfettibili dall’uomo e da Dio. Quello che sto perdirvi è una di queste: una birra versata nel modo corretto –  nel mio caso una pinta di Guinnes alla spina – in un bicchiere pulito, alla temperatura giusta, è una bevanda divina, una fonte di nutrimento completa, un’opera d’arte da ammirare, una forza che spazza via per qualche momento tutti i malanni del mondo.

La Guinness non va bevuta in un locale asettico. Il contesto è importante. Il posto migliore per apprezzare in pieno lo stato di grazia che deriva dal bere una birra inglese, scozzese o irlandese è, naturalmente, quell’istituzione tanto importante che prende il nome di pub.

E così contemplo beato la schiuma che si deposita nel mio bicchiere, al Festering Ferret, nell’East End londinese, momentaneamente in pace col mondo, contemplando i misteri della vita e progettando opere buone per il futuro. Fumo, e intanto ammiro i vecchi sedili di pelle consumata, i centenari tappeti rosicchiati dalle tarme, il vecchio barista sdentato. Passo la mano sul tavolo di legno consumato, come se fosse la stelee di Rosetta, decifrando con la punta delle dita i messaggi cripatati, predruidici, incisi sulla sua superficie – “Steve è uno stronzo”, “Bay City Rollers”, “Jamie è un pezzo di merda spocchioso” la cui eco risuona  attraverso i secoli, mettendomi in comunicazione con poeti e pensatori di un’altra epoca […]” (ANTHONY BOURDAIN,  Avventure agrodolci, Univ. Economica Feltrinelli, 2008, pag.171).

 Per parafrasare… Ci sono poche cose che mi mettono di buon umore e mi dispongono bene al sonno, oltre a farmi progettare cose buone per il futuro dopo avere momentaneamente cancellato i malanni del mondo… una buona lettura è una di queste.

Goodnight.

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