Irrazionale
Così mi hai riconosciuta; ci ho messo un po’ a capirlo, come mio solito del resto. Non parli, non ci parliamo e forse quel momento è perduto per sempre; inutile cercare di razionalizzare qualcosa che non ha nome, o se ce l’ha, lo perde negli anni addietro, quando sia io, sia tu eravamo ben diversi da come siamo ora.
Come ho fatto a capire? O, detto diversamente, ad impiegarci così tanto tempo? Ti ho guardato negli occhi, smettendo di scappare; pensavo che certe sensazioni fossero invenzione letteraria, invece, mentre correvo attraverso la piazza, ho proprio sentito qualcosa sfiorarmi il viso e non ho potuto fare a meno di voltarmi. E tu eri là, seduto al caffè; due occhi al di sopra della marea di teste, occhi rapaci sotto la tesa bianca del cappello, un po’ strizzati, come sei solito fare, a cercare i miei. Tutto qui.