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Nov 15, 2007 - Senza categoria    10 Comments

Da tanto tempo…

Da tanto tempo non sognavo; e, soprattutto, da tanto tempo non facevo un bel sogno… Sempre più spesso le notti sono faticose, frammentate e corte. Ben venga il sonno di piombo, da cui riemergo quasi bagnata di torpore, cercando di assorbire riposo con ogni singolo poro della pelle…

Eppure mi mancano i mondi che popolano il buio dietro gli occhi; le mille immagini che compongono rompicapi sfuggenti, sui quali il mattino non riesce a far luce; o forse la mia testa rifiuta di far luce.

Per questo mi è ancora più gradito questo sogno, col suo inizio e il suo finale, l’atmosfera ariosa e serena che mi ha accompagnato tutta la giornata… C’eri tu, con quello sguardo sorridente e saggio; seduto rilassato, il cappotto nero posato attorno al tuo corpo grande, l’immancabile cappello. E c’era una di quelle chiacchierate che da tanto tempo non ci capita di fare – succederà ancora? Chissà… Oggi mi basta un sogno, miracolosamente puro da sensi di colpa e fumosità; mi basta la sensazione di ritrovare strade amiche, sentieri di parole nuove e, nello stesso tempo familiari, mi basta l’illusione di poter tornare indietro…

Nov 2, 2007 - Senza categoria    7 Comments

Bilancio in pareggio

Dunque… Il mese scorso, grazie all’autolettura dei contatori, non abbiamo pagato la solita bolletta da 130 euro di luce e da 200 e passa di gas…

Nella notte di Halloween qualcuno ha trovato molto divertente tagliarci una gomma – mal comune col tipo parcheggiato davanti a noi, ma nessun gaudio, neanche mezzo, chissà perchè…

Il gommista ci ha fatto notare che non potevamo sostituire solo uno pneumatico, perchè poi la tenuita di strada, il battistrada diverso bla, bla, bla… Ergo due gomme nuove, iva inclusa, più montaggio =165 euro l’una.

Dunque, moltiplico 165 per  due e sorpresa sorpresa! Fa esattamente come 200 più 130! Bilancio in pareggio. E che dio benedica Halloween, dolcetto e scherzetto e tutti i “buontemponi” – e vi prego di immaginare quelle virgolette piene di tutti i termini più fioriti e meno signorili che conoscete – di questo mondo…

Ott 26, 2007 - Senza categoria    30 Comments

Non si sfugge…

In questi giorni fioccano le cattive notizie. Riguardano tutte persone a me vicine, amici… Davvero è passato così tanto tempo da quando chiacchieravamo in quel parco, guardando i giochi dei bambini? Davvero sono vent’anni che ci conosciamo?  Ho ancora davanti agli occhi lo sguardo di S. che tiene sulle spalle suo figlio,  di due anni appena…

Un giro di boa. Che espressione malinconica e vera. Abbiamo compiuto il giro di boa: il lavoro, le famiglie che si formano, le nascite, i fidanzamenti… piano piano siamo approdati al punto in cui è più facile ricevere altri tipi di notizie.

Ma non si sfugge; la vita incalza e le sue stagioni sono fatte di frutti buoni e altri più amari. Fino a poco tempo fa pensavo che fosse una fortuna non essere toccati da certe disgrazie. E ovviamente lo è. Ma la domanda che mi pongo è: davvero quando non si è coinvolti in prima persona, ci si può sentire “fuori”.?

No, la risposta è no. Perchè come amico, compagno, vicino, comunque sei coinvolto. Non sei tu l’ammalato, o chi sta soffrendo per un lutto, ma c’è un ruolo anche per te . Sarai presente? Chiamerai? O lascerai perdere, dicendoti che non vuoi disturbare, non vuoi fare domande sciocche… Fare i conti con la sofferenza altrui, ho scoperto, può mettere a nudo la parte più vigliacca e piccina di noi stessi. Ci sono momenti in cui anche le persone più abili e chiacchierone non sanno bene a quali parole appigliarsi, ma forse non è questo l’importante, non è nelle parole che si riesce a trovare un senso a certi colpi e sofferenze. La presenza, il fatto di esserci, questo sì che è l’importante. Ascoltare, anche piangere insieme, e andare avanti.

Ott 21, 2007 - Senza categoria    4 Comments

Dr. Gea and Mr. Hyde

Se voglio sopravvivere, non può essere altrimenti.

Sono stupita di me stessa, ma forse non è mai troppo tardi per scoprire e utilizzare la parte nascosta e “cattiva”.

Ho fatto piangere uno studente… Io!!! E’ veramente l’ultima cosa che mi sarei aspettata di fare. Anzi, molto spesso mi sono trovata io sull’orlo delle lacrime.

E il bello è che non ho rimorsi… non puoi bestemmiare in classe e poi piangere come un vitello scannato quando ti metto la nota, o no? O forse sì, è uno dei misteri del pianeta adolescenza, per me ancora incomprensibile.

Ho scatenato sbuffi e lamentele per alcuni compiti assegnati, per insufficienze che sono volate… ma insomma, è decisamente meglio che mi detestino un po’ – io stessa ho imparato di più da quei prof. severi e tutti d’un pezzo, piuttosto che dalle “mammine”…

Del resto, come dice Machiavelli, nel dubbio è molto meglio essere temuti, piuttosto che amati, quando si deve governare…

Set 19, 2007 - Senza categoria    22 Comments

Pensandoci bene…

http://gea-71.myblog.it/media/02/02/8d9c914d2de496cfbcccfa60b17f8915.mp3

Scrivere, sfogarsi, creare, distrarsi, raccontarsi, confidarsi, incontrarsi, confrontarsi…

 Adesso che ci penso, per la maggior parte sono verbi riflessivi. Apparenti. Non si esauriscono in se stessi, o perlomeno queste azioni non si ripiegano su se stesse, perché inevitabilmente trovano compimento quando si lanciano verso l’altro. In questo momento descriverei il mondo del blog attraverso questi verbi – e sicuramente ne ho tralasciati.

Eppure mi si ricordano anche altri aspetti: inganno, ritocco, abbellimento, invenzione, finzione, se non menzogna. Pericolo.

Pericolo di incontrare malintenzionati? Pericolo di intrecciare storie illecite? Pericolo di perdere il contatto con la realtà. Può essere… Non ci siamo avventurati oltre in questo territorio spinoso fatto di confessioni, accuse e spiegazioni.

Il mio difetto, la mia ingenuità – direbbe qualcuno – è pensare che tutto ciò che mi si dice, sia; non sono mai rimasta delusa da chi ho incontrato tra queste pagine, né ho avuto motivo di pensare che mi si stessero raccontando bugie. Non posso credere che le voci – perché sono diverse: ognuna ha la  sua intonazione, la sua personalità, appartiene ad una persona, insomma – che incontro qui siano solo frutto di abile ticchettare di tasti.

Bisogno… C’è una componente di necessità, lo ammetto, se mi aggiro in questo non-luogo; non pronunciare questa parola – bisogno – con diffidenza, disprezzo, o forse gelosia?

Sì, ho bisogno di stare qui, di ascoltare altre parole, altre voci; in fondo le parole sono il mio mondo, le conosco, cerco di insegnarle, ne ho bisogno, vicino a me trovi sempre un libro, lo sai. Non c’è altro fine, o almeno non quello da romanzetto d’appendice che temi e non mi dici, ma lasciamo perdere. Posso rinunciare, devo rinunciare – per forza – ad alcune cose, ma non a questo, non adesso…