You are my sister
Sono riuscita ad andare ad un concerto; e non uno qualsiasi, ma quello di Antony and the Johnsons, che da due anni a questa parte mi ha rapito le orecchie e il cuore.
Che posso farci, mio marito non lo sopporta, ma graziaddio a mia sorella piace e ai suoi amici pure. Gli amici si sono tenuti informati e hanno scoperto che la settimana scorsa questo cantante si sarebbe esibito in Piazza Santo Stefano a Bologna, hanno avvertito lei, che ha passato voce a me, che ho preparato una casseruola di zucchine ripiene e ho abbandonato marito e pargoli per darmi alla pazza gioia…
Sinceramente ho rimosso la data dell’ultimo concerto cui sono stata, è passato veramente tanto tempo – anni; ricordo solo che erano i Massive Attack, bravissimi, e che mi sono fatta tante canne “passive” – si dice così? – al punto che, anche se si era all’aperto, sono tornata a casa stordita mio malgrado.
Questa volta ero su di giri di mio, perché è stata la prima uscita da sola da molti mesi a questa parte; in più sono tornata a vedere Bologna, cosa che non mi capitava da un po’: il suo colore rosso e caldo; le frotte di gente di ogni tipo, età, nazionalità, a spasso per le strade anche a mezzanotte; piazza Grande, San Petronio e il ricordo delle corse tra un dipartimento e l’altro durante l’Università…
Poi questa piazza stupenda, il palco, il sole che piano piano scende e, finalmente la musica che inizia e per due ore ci ha fatto ondeggiare, ridere, tenere il ritmo… Voce, pianoforte, batteria, chitarra, viola, violino, violoncello, fisarmonica e sax… pezzi nuovi, mai sentiti, e altri che ripetevo a memoria; una cover da Leonard Cohen come colpo di grazia… E nessuna delusione; lui regge il palco con un candore quasi bambinesco, con una specie di gioia infantile che nulla toglie alla potenza della voce, uguale, se non più bella rispetto alle registrazioni. Stupendo. Ne avevo bisogno.