Nostalgia
Vorrei dirti, andiamo; passeggiamo lungo questo sentiero a filo dell’acqua, accordiamo di nuovo i nostri passi su un ritmo lento, come un respiro profondo e calmo che ristora dopo corse affannose…
Ascoltami, parlami, cercami; è così difficile lasciare uscire queste parole… Sono stanca, è vero; ma mi piace pensare che il torpore che sento sia il passeggero letargo che lascerà spazio ad altra stagione.
Lo so, dipende da me; non sono un quieto animale che possa crogiolarsi nella sua tana. Devo scrollare di dosso lentezza e insofferenza. E’ che a volte è più facile lasciare scivolare le cose – persone, rancori, fatiche, discorsi da fare e fatti fino alla nausea… Spero sempre che, in questo modo, scivolino via anche i dubbi e i pensieri grigi, i sensi di colpa e le tentazioni di resa.
Ascolta con me… so che le nostre musiche, spesso, discordano; ma non è forse questo che ci è piaciuto quel giorno lontano, avvolti nella nebbia? Come se gli occhi velati dal quel fumo danzante avessero conquistato una vista migliore e speciale… che adesso vorrei riscoprire. Ascolta con me… gli arpeggi sono nitidi, eppure delicati; piccole onde che lambiscono la riva: mare, o lago, perchè no? Rivedo – in un altro giorno lontano – una panchina, un pontile e il sole che scende accecandomi: peltro e rame ondeggianti, sciabolate di luce, argento e fuoco fluttuante, e voli di uccelli.
Possiamo fermarci qui. E’ un buon posto per incontrarsi – o lasciarsi. Possiamo lasciare sfumare gli ultimi accordi. Lasciare che il sole cali, rabbrividire un poco nell’aria che si fa più umida… basta una mano tesa a cancellare la distanza, per ritrovarsi a metà strada.