Dic 26, 2011 - Gea at school    2 Comments

Pensieri di fine anno

Dalla scuola dei miei figli sono arrivati gli auguri via mail… E il “biglietto” che è stato scelto non può certo lasciarmi indifferente. Ci sono dentro diverse riflessioni che ho fatto e che continuo a fare; c’è dentro la sorpresa  e il piacere  – che si rinnovano – di scoprire che ci sono state – ci sono e ci saranno – persone che sentono e pensano come noi. C’è dentro anche una “bacchettata” che, come insegnante, non posso che fare mia… Mi chiamo fuori da qualsiasi confronto con la persona inarrivabile che ha scritto queste parole, ma in questo periodo, per le cose che mi stanno succedendo e che vedo dentro – e fuori – dalla scuola, mi convinco sempre più che un vero insegnante è quanto di più inafferrabile ed evanescente ci possa essere: non coincide e non si esaurisce con la materia che insegna… non ha paura di imparare, di continuare ad imparare. Non mi è mai piaciuta la parola vocazione, perlomeno non si adatta al mio percorso. Ma è innegabile che non tutti ci sono tagliati; quarant’anni fa scrivere queste frasi era certamente specchio di grande umiltà, in un epoca in cui il rispetto per chi insegnava – a volte il vero e proprio timor sacro –  era indiscusso.

A maggior ragione ce ne vuole, oggi, di umiltà, quando la sfiducia, per non dire il disprezzo sono tangibili… E visto che non è bello concludere l’anno con lamentele e piagnistei, cedo la parola…

“[…] Il poter dare e donare, il trasmettere, l’aiutare a crescere nell’intelletto
e nel comportamento è un dono inestimabile, un godimento spirituale prezioso, al di sopra della fatica materiale e dell’impegno fisico.
Anche le difficoltà immediate, anche i tre scolari che appena sillabano e non sono in grado di pronunciare le parole con correttezza, anche i disordinati, gli irrequieti ti sembrano e sono veramente un dono per il mio lavoro e per il mio spirito.
Mi sollecitano a migliorare il mio studio, pungolano la mia ricerca al meglio, sono un ammonimento continuo alla mia dignità umana a rispettare la loro, sono un freno a nascosti tentativi miei di superbia, più o meno riaffiorante dal profondo o dall’esito positivo e brillante di certi risultati, pur sempre relativi: sono la voce della mia coscienza.
Con essi, che hanno lasciato la loro maestra di prima, io intraprendo il mio lavoro di ripasso e di consolidamento e di rafforzamento.”

 Dal registro della maestra Augusta Redorici
 Anno 1973

Dic 17, 2011 - Briciole    5 Comments

In sospeso…

Ci sono cose che sono in sospeso in questo finire d’anno… Sto temporeggiando e sperando che certe decisioni non debbano essere prese, e che altre possano trasformarsi in un semplice avvenire dei fatti, della vita… senza il mio intervento.

Stanchezza, vigliaccheria, si possono dare diverse etichette; il risultato non cambia. Lo so che tra poco lo spirito si risolleverà e tutto il lavorio che sta sotto questi pensieri si concretizzerà in una direzione, una azione… una decisione, sì. Ma adesso è il prima; l’esatto “prima” in cui recalcitro e ho la tentazione di fermarmi e puntare i piedi, come un mulo… Perchè anche fare questo, per una volta, potrebbe essere un cambiamento…

Nov 22, 2011 - Briciole    3 Comments

A proposito di zen…

Vorrei tanto essere zen… mi hanno riferito il motto di un collega saggio, che dice più o meno così “Sei tu che decidi di dare importanza alle cose”…

Insomma, te la prendi solo con ciò che tu decidi sia importante, meritevole di attenzione  – o incazzatura – mi verrebbe da dire.

Siamo noi a decidere di dare potere agli eventi – o alle persone…Bello. Ci provo. A volte funziona; altre volte non credo che sia così semplice e relativista… a volte le cose ti toccano a prescindere dalla tua volontà… e son dolori…

Nov 2, 2011 - Senza categoria    5 Comments

Momento zen

 

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Chissà che qualcuno di mia conoscenza non abbia ragione… potrebbe essere una soluzione… 

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… in ogni caso… la Cina si avvicina… Suzhou3.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Suzhou4.jpgwww.classicsuzhou.com/


Ott 24, 2011 - sfoghi    2 Comments

C’è Madre e madre…

Di mamma ce n’è una sola… invece no. C’è la Madre, con la maiuscola, che difende a spada tratta i propri pargoli; quella che, messa di fronte ad eventuali mancanze, si offende mortalmente per l’innnominabile complotto contro SUO figlio… così ammodo, così educato, così incompreso…

Perchè, vede, professoressa, non ha lanciato le forbici al compagno, gliele ha passate…

Perchè vede, professoressa, non ha spintonato un compagno, no, è questo che si è messo a correre ed è inciampato…

Variante al femminile: Vede, professoressa, mia figlia era così agitata per la SUA verifica, che ho dovuto portarla dalla parrucchiera per distrarla…

Sì, è vero, la verifica è andata male, ma LEI, professoressa, cosa intende fare per recuperare (!?!)

Unisex: No, professoressa, mio/mia figlio/figlia non ha rubato il cellulare/i soldi/la calcolatrice… l’ha presa in prestito.

La Madre ha sempre il più esemplare dei figli, quello che viene ripreso inspiegabilmente, quando non sta facendo nulla di male; quello che si attira le antipatie di professori nevrotici che lo perseguitano; quello che i compagni sono tutti gelosi di lui, o lo provocano, o non lo capiscono…

Poi ci sono le madri qualunque, quelle con la minuscola; che ascoltano e annuiscono, perchè sì, in fondo il loro figlio è proprio così, tendenzialmente rompiscatole e insofferente alle regole; distratto e disinteressato… pasticcione… pigro anche se con buona intelligenza…

Quelle che ci provano a controllare diario e compiti anche se sai che mediamente rientrano alle nove di sera e magari sono pure separate; o cassintegrate; o tutt’e due le cose. Quelle che, ancora, nonostante tutto, ci provano a mettere qualche limite, o regola, o che dir si voglia… Io faccio il tifo per loro, confesso. Anche se, e ne sono assolutamente convinta, vivono molto meglio le Madri con la maiuscola (e a volte vorrei tanto imitarle…).


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